C’è piccola sfida, nell’avere profeti moderni, e sarebbe davvero un punto poco importante, se essi condividessero sempre le nostre opinioni e sostenessero il nostro comportamento. Se fossero sempre d’accordo con noi, non sarebbero ridondanti?

I Profeti non sono obbligati a farci sentire comodi ed è per questo, come il presidente Ezra Taft Benson una volta osservò, che: “Il mondo preferisce che i profeti siano morti o si preoccupino dei propri affari”.

“E’ una cosa facile, credere nei profeti morti” ha detto il presidente Marion G. Romney “ma è una cosa più grande, credere nei profeti viventi”.

E il momento più importante per farlo è proprio quando dicono quello che non vogliamo sentire. Il presidente Romney ha offerto un esempio memorabile di questo principio:

“Un giorno, quando il presidente Grant era vivo, mi sono seduto nel mio ufficio dall’altra parte della strada, a seguito di una conferenza generale. Un uomo venne da me, un uomo anziano. Era molto arrabbiato per quello che era stato detto in questa conferenza da alcuni dei fratelli, me compreso. Potrei dire, dal suo modo di parlare, che venisse da una terra straniera. Dopo averlo calmato abbastanza, in modo da farlo ascoltare, gli ho detto: ‘Perché sei venuto in America?’ ‘Sono qui perché un profeta di Dio mi ha detto di venire’. ‘Chi era il profeta?’ ho continuato. ‘Wilford Woodruff.’ ‘Credi che Wilford Woodruff era un profeta di Dio?’ ‘Sì, signore’.

“Poi arrivò la domanda da 64 dollari. ‘Crede che Heber J. Grant sia un profeta di Dio?’ La sua risposta fu ‘Penso che avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa, sull’assistenza alle persone anziane'”.

In un’altra occasione, il presidente Romney ha ricordato di quando il presidente Grant, dopo un discorso nel rione in cui allora Romney era vescovo, andò a casa sua:

“In piedi accanto a me, mise il braccio sulla mia spalla e disse: ‘Ragazzo mio, bisogna tenere sempre d’occhio il presidente della chiesa e se lui vi dice di fare qualsiasi cosa, ed è sbagliato, e lo si fa, il Signore vi benedirà per questo’. Poi, con un luccichio negli occhi, disse: ‘Ma non c’è bisogno di preoccuparsi. Il Signore non lascerà che il suo portavoce guidi il popolo fuori strada'”.

Wilford Woodruff ha dichiarato “Dico ad Israele, il Signore non permetterà mai a me o a qualsiasi altro uomo che si pone come presidente della Chiesa, di sedurvi. Non è nel programma. Non è nella mente di Dio”.

La chiesa parla raramente su questioni di politica pubblica, ma a volte lo fa. Due esempi degni di nota riguardano la proposta di modifica dei Pari Diritti, intorno al 1980, e la Proposta 8, in California, nel 2008.

In entrambi i casi ha provocato polemiche piene di ira, anche all’interno della chiesa. E alcuni membri, politicamente conservatori, che hanno subito sottolineato: “sono un conservatore molto serio io”, hanno subito indicato i membri che la pensavano in modo opposto, dicendo che non sembravano affatto essere al passo con i dirigenti della Chiesa.

Più di recente, la chiesa ha affrontato il fastidioso problema dell’immigrazione clandestina. Il 10 giugno 2011, il Dipartimento per gli Affari Pubblici ha anche rilasciato una dichiarazione ufficiale sul tema.

Questa volta, anche se in modo molto leggero, è stato il bue di alcuni politici conservatori Santi degli Ultimi Giorni, ad essere incornato.

Da allora, sono stato affascinato e turbato, nel sentire alcuni di loro, le stesse persone che hanno generalmente accolto e accettato le rare affermazioni della chiesa sulla politica pubblica e che, a volte, si vantavano di essere più fedeli, rispetto ai loro fratelli e sorelle politicamente liberali ( “Può un buon Mormone essere davvero un democratico?”), esprimere indignazione perché la chiesa si è intromessa nella politica.

Alcuni hanno detto che non crederanno che la Chiesa abbia davvero preso una posizione, su questo argomento, fino a quando il presidente Thomas S. Monson non lo dirà. Una dichiarazione degli Affari Pubblici, dicono, non conta.

Ma gli Affari Pubblici non possono proclamare di prendere alcune posizioni, in base ad una propria autorità. Le loro “dichiarazioni ufficiali”, storicamente, a partire da quella del 1978, con la rivelazione sul sacerdozio (il reparto, da allora, venne chiamato “comunicazione pubblica”), sono approvate dai leader della Chiesa, ai più alti livelli.

“Potrebbe non piacervi ciò che viene da parte delle autorità della Chiesa”, ha detto il presidente Harold B. Lee, che serviva, in quel momento come consigliere del presidente Joseph Fielding Smith.”Può entrare in conflitto con le vostre idee politiche. Può contraddire il vostro punto di vista sociale. Può interferire con parte della vostra vita sociale… La vostra sicurezza e la nostra, dipende da cosa seguiamo o meno… Continuiamo a tenere i nostri occhi sul presidente della chiesa”.